2. le aspettative del paziente

Questo punto riveste una grandissima importanza. Il chirurgo ha la grande responsabilità di comprendere esattamente le reali aspettative del paziente e conseguentemente esserne alla altezza, oppure ridimenzsionarle assicurandosi che il paziente abbia davvero capito cosa deve aspettarsi.

Il paziente abbastanza frequentemente cerca di farsi promettere risultati irraggiungibili, complici anche le “fuck news ” ormai onnipresenti in rete. LO stato attuale dell’arte ha registrato un notevole balzo in avanti recentemente, cia con la tecnica STRIP o FUT che dir si voglia, sia con la FUE, quindi davvero ci sono le condizioni per dare al paziente un ottimo risultato in termini di autotrapianto, quindi le aspettative pur essendo legittimamente elevate oggi sono raggiungibili.

Sottolineiamo una volta di più la necessità di informare correttamente il paziente sulla vera aspettativa che può nutrire con la consapevolezza che l’abilità di madre natura è ineguagliabile anche se siamo ormai davvero vicini al fisiologico.

Molti sono i parametri che influenzano in modo determinante il trapianto di capelli autologo: ad esempio, se l’area donatrice è parca e il distretto da recuperare ampio, facilmente il paziente dovrà sottoporsi a più sedute di autotrapianto al fine di ottemperare un recupero completo, oppure nonostante ciò potrebbe avere comunque un esito parziale.

Il chirurgo esperto capisce facilmente se il recupero che il paziente può ottenere sarà totale o parziale.

Se non ci sono le condizioni cliniche per un miglioramento sostanziale il trapianto deve essere sconsigliato.

Altri pazienti invece desiderano soltanto infoltire, quindi aumentare il proprio grado di foltezza per cm2, ma il chirurgo deve sempre rispettare di uno “spazio chirurgico” tra un capello e l’altro quando va a creare il micro sito ricevente; se questo parametro non viene rispettato facilmente si potrebbe danneggiare il capello indigeno, ossia quello che troviamo accanto al sito che il chirurgo ha creato un attimo prima.

In altre parole, se per trapiantare un nuovo capelli o non dobbiamo assolutamente danneggiare quello che troviamo sotto.

In casi come questo è assolutamente necessario sconsigliare il paziente, e magari suggerire una tricopigmentazione, soluzione di assoluta eccellenza per aumentare il grado di foltezza oppure per aumentare il grado di foltezza, oppure sottoporsi a terapia medica, soprattutto quando si registra una perdita di qualità. Questi esempi hanno l’obiettivo di far capire che l’autotrapianto deve essere eseguito solo se il risultato realistico che otterremo è stato ben compreso dal paziente , il quale volentieri lo ha accettato o qunado magari può oggettivamente essere sovrapponibile ai suoi desideri.

· Quando non si può fare l’autotrapianto di capelli

Tecnicamente l’autotrapianto di capelli si può eseguire sempre ma se non ci sono le condizioni cliniche per produrre un miglioramento sostanziale è preferibile non procedere.

Il primo aspetto da considerare sono le aspettative oggettive del paziente; se queste non sono realisticamente avvicinabili si deve rinunciare.

Questa è la controindicazione probabilmente principale che davvero non si può ignorare ed alla quale ci si deve attenere.

IL chirurgo come il paziente dovrà tener conto di più fattori che andranno ad influenzare in modo sostanziale la scelta relativa alla esecuzione o alla rinuncia del trapianto di capelli autologo. Aspetti che vanno valutati con molta attenzione e che potrebbero indicare la necessità di non

sottoporsi a chirurgia della calvizie.

Aspettative non realistiche del paziente:

Come sopra sintetizzato il primo aspetto di cui tener conto è l’aspettativa che il paziente nutre. Se siamo lontani dal risultato che il paziente si attende assolutamente si deve evitare di procedere altrimenti la delusione sarà dietro l’angolo…

Altro aspetto di cui tener conto è l’impatto emotivo e sociale che la perdita di capelli ha nei confronti del paziente.

Ci sono soggetti che convivono più o meno bene con il proprio grado di alopecia, mentre altri hanno difficoltà sociali nel confrontarsi con il mondo esterno.

il legittimo desiderio di questi pazienti relativamente al recupero dei propri capelli li può indurre ad avere aspettative poco realistiche. Ricordiamo sempre che la chirurgia ha i suoi limiti ed oltre questo non siamo ancora capaci di clonare, quindi trapiantiamo esclusivamente la disponibilità

pilifera del paziente che deve necessariamente essere relazionata con l’area da recuperare.

Se la zona donatrice è modesta e il distretto da recuperare ampio non si deve procedere, siamo in presenza di “una coperta troppo corta”.

Altro aspetto da considerare , in particolare su pazienti giovani, è l’evoluzione stessa della alopecia, in questo caso dovrà essere “controllata” per quanto possibile con la terapia medica ed il trapianto dovrà essere programmato negli anni dato che il “patrimonio pilifero” del paziente non è

infinito , quindi l’autotrapianto di capelli dovrà essere realizzato al momento opportuno negli anni a venire.

Ovviamente il paziente dovrà essere sottoposto a visita annuale allo scopo di avere un controllo costante sulla evoluzione della alopecia.

Qualità e quantità di capelli nell’area donatrice

Talvolta possiamo trovarci davanti a quadri clinici che sconsigliano il trapianto di capelli.

Come già detto non siamo ancora capaci di clonare pertanto trasferiamo soltanto i capelli del paziente dalla zona donatrice (nuca)

all’area colpita da alopecia.

Se la quantità modesta non si deve assolutamente realizzare il trapianto di capelli in quanto in quadri clinici cosi limitati il risultato che realisticamente dovremo aspettarci sarà estremamente modesto.

É evidente che se l’area da recuperare è molto vasta, il trasferire 4000/ 5000 capelli può rivelarsi assolutamente insoddisfacente.

Calcando questo esempio si deve tener ben conto che se sotto il profilo numerico 5000 capelli sono molti, sotto un profilo anatomico possono essere davvero pochi, quindi potrebbe essere necessario sconsigliare il trapianto di capelli.

Spesso il capello prima di cadere va incontro ad un processo di miniaturizzazione, diventa più sottile, in quanto si accorcia la fase anagen (fase di intensa crescita del pelo). In questo caso il paziente potrebbe avere ancora tutti i capelli sotto un profilo numerico ma la bassa qualità degli stessi renderà impossibile l’autotrapianto di capelli, pena la perdita dei capelli trapiantati magari anche in tempi brevi.

Il trapianto di capelli ci offre un esito definitivo ma è conditio sine qua non la buona qualità degli stessi.