
La caduta, fino ad 80-100 capelli al giorno va considerata fisiologica. In questo caso, orientativamente, perdiamo o più esattamente ricambiamo un capello ogni 15 minuti circa. È il normale ricambio fisiologico. Il ciclo pilifero (nascita crescita e morte di un capello) di divide in 3 fasi: Anagen, fase di intensa crescita; Catagen, fase di atrofia intermedia; Telogen, fase di morte.
Un ciclo pilifero in un soggetto maschio dura orientativamente 4 anni ( una donna ha cicli normalmente più lunghi) e si ripete per 20- 25 volte nel corso della sua esistenza, quindi è facilmente comprensibile l’importanza della durata temporale di ogni ciclo pilifero.
Sintetizzando possiamo dire che quando un soggetto si presenta calvo o comunque fortemente diradato, in quei distretti dove i capelli sono caduti e e non sono più ricresciuti, ha esaurito tutti i suoi cicli piliferi.
È molto importante capire se ci stiamo trovando davanti ad una caduta fisiologica o patologica.
Se si tratta di caduta fisiologica non ci si deve preoccupare, se invece è patologica è molto importante comprenderne le cause al fine di intervenire con la soluzione più opportuna.
Ad esempio, se si tratta di alopecia seborroica è opportuno intervenire con soluzioni sebo equilibranti e di efficacia documentata tenendo sempre ben presente che quasi sempre la finalità è solo migliorativa. Se si tratta di tricotillomania ( tipica dei bambini che abbastanza inconsapevolmente si strappano i capelli) si deve intervenire con con dei prodotti ma con altri tipi di supporti. Il paziente, che può anche essere un adulto, deve acquisire consapevolezza “del gesto” che cosi quasi senza badare lo porta a strapparsi i capelli. La tricotillomania è classificabile come un disturbo del comportamento pertanto la soluzione avrà un indirizzo psicologico.
Ci sono inoltre le alopecie infettive, l’alopecia areata (legata a problemi di origine endogena) che può trasformarsi in totale o addirittura universale ( perdita completa di tutti i peli corporei); quest’ultima è irreversibile. C’è l’alopecia da trazione come quella da pressione o l’alopecia da stress . In relazione a quest’ultima nonostante non esistano dati sperimentali comprovanti una relazione tra lo stress e la caduta dei capelli, esistono staticamente molti casi che sembrano comprovare il contrario, ovvero dimostrano che una correlazione esiste. La perdita dei capelli psicogena (alopecia psicogena appunto) è un disturbo molto più frequente di quanto si immagini, ed è causato da tensioni ed affaticamenti.
Alcuni studi hanno ben evidenziato come ad esempio lo stress influisce in maniera negativa sulla produzione del sebo ad esempio (iper secrezione sebacea). Come sappiamo la seborrea è conditio sine qua non per l’alopecia seborroica anche se è altrettanto vero che la seborrea non è certezza di alopecia seborroica ma come appunto detto è condizione indispensabile per. Anche l’alopecia areata è fortemente condizionata dallo stress; pazienti che hanno subito traumi importanti quali la perdita di un familiare , di un lavoro o altri eventi traumatici importanti, anche traumi dell’infanzia non efficacemente rimossi…
Certamente la più comune con la quale ci dobbiamo confrontare è l’alopecia androgenetica (alopecia ereditaria). Si manifesta di solito intorno ai 18-20 anni con una perdita iniziale di qualità (i capelli diventano più sottili in quanto si accorcia la fase anagen (fase di intensa crescita del capello), alla quale segue una perdita quantitativa.
Il fenomeno si manifesta con un arretramento della linea frontale ed un diradamento dell’area del vertice. Possono essere interessati entrambi i distretti come uno soltanto.
In questo caso si può ricorrere alla terapia medica o alla chirurgia. La terapia medica ( finasteride e minoxidil) hanno uno scopo esclusivamente conservativo. Ci sono anche pazienti particolarmente sensibili alla terapia che possono notare un effetto infoltimento; non si tratta di incremento numerico dei capelli del paziente ma soltanto di un miglioramento qualitativo importante.
Se invece il paziente vuol recuperare i suoi capelli non esiste soluzione diversa da trapianto di capelli autologo. Si tratta appunto di un autotrapianto, ovvero di un intervento di recupero della massa pilifera attraverso un trapianto dei capelli spostandoli dalla zona donatrice all’area colpita da alopecia. Abbiamo la certezza medica che l’esito del trapianto di capelli autologo è definitivo poichè trapiantiamo capelli geneticamente resistenti all’insulto del DHT (diidrotestosterone), ormone responsabile della alopecia androgenetica, ovvero della caduta dei capelli.
Il trapianto non comporta nessuna modifica al corredo genetico del paziente, ci limitiamo soltanto a “traslare” i capelli dalla zona donatrice all’area colpita da alopecia.